Spritz Beton (calcestruzzo spruzzato): definizione, produzione e applicazione
Lo spritz beton (noto anche come calcestruzzo spruzzato o shotcrete) è un conglomerato cementizio proiettato pneumaticamente su una superficie. In pratica, il calcestruzzo viene spruzzato ad alta velocità tramite una lancia ad aria compressa, senza l’uso di casseforme. Il mix è studiato con elevato dosaggio di cemento (tipicamente ≥450 kg/m³) e additivi acceleranti per ottenere una presa rapidissima (effetto flash set). L’impasto base comprende acqua, cemento, aggregati fini (max 8‑10 mm) e additivi (acceleranti, superfluidificanti, impermeabilizzanti) Esistono due modalità di messa in opera: via secca (trasporto di materiali secchi, con acqua/accelerante iniettati alla lancia) e via umida (trasporto di calcestruzzo fluido, con solo l’accelerante aggiunto alla lancia). In entrambi i casi l’impatto ad alta velocità del getto sulla superficie provvede a compattarlo, creando un rivestimento denso e aderente. Come riportato in letteratura tecnica, il calcestruzzo proiettato si comporta “analogamente al calcestruzzo” tradizionale, ma richiede una composizione e procedure di posa specifiche. Infatti, secondo le norme EN 206 lo spritzbeton è considerato un calcestruzzo speciale e va progettato come un getto in opera, aggiungendo però gli additivi necessari per il rapido indurimento.




additivato
Vantaggi applicativi dello Spritz Beton


Confronto con altri sistemi di rivestimento e impermeabilizzazione
- Rispetto al getto in opera tradizionale (calcestruzzo a cassaforma): il principale vantaggio dello spritzbeton è l’assenza di casseforme e il getto unico, che velocizzano moltissimo il lavoro. Inoltre, lo spritz aderisce al substrato senza bisogno di supporti temporanei, consentendo di lavorare anche in scavi aperti. In compenso, questa tecnica richiede operatori specializzati per controllare la qualità del getto: un lanciatore non esperto può causare difetti come scarsa aderenza, delaminazioni tra gli strati o elevato rimbalzo degli inerti (sfrido). Mentre nel calcestruzzo tradizionale la compattazione è meccanica, nello spritz è affidata all’impatto del getto e ai additivi; pertanto sono necessarie adeguate stratificazioni e cure d’indurimento specifiche (spesso si operano getti da 5‑10 cm di spessore maturati in presa umida).
- Rispetto ai sistemi di impermeabilizzazione tradizionali (membrane): membrane prefabricate (PVC, geotessili bentonitici, rivestimenti bituminosi) offrono barriere flessibili continue, spesso più garantite contro le infiltrazioni. Lo spritzbeton, invece, crea un rivestimento rigido e portante saldato al supporto, senza giunti né punti critici. Questa caratteristica lo rende vantaggioso quando servono simultaneamente impermeabilità e rinforzo strutturale – per esempio in tunnel con forte controspinta idraulica o in presenza di ordigni rocciosi irregolari. Al contrario, una membrana risulta più controllabile in termini di impermeabilità in caso di stress localizzato, mentre lo spritz richiede un mix adeguato per garantire la tenuta (ad es. additivi cristallizzanti o finiture idrorepellenti).
- Rispetto ad altri rivestimenti cementizi (malte, intonaci armati): le malte impermeabilizzanti o gli intonaci tradizionali hanno spessori limitati e non contengono aggregati volumetrici. Lo spritzbeton, invece, ha composizione simile al calcestruzzo strutturale, conferendo spessori maggiori e capacità portanti aggiuntive al rivestimento. Se occorre un rinforzo puramente superficiale o un trattamento leggero, una malta bituminosa o impermeabilizzante può essere preferibile per facilità d’impiego. Per interventi strutturali o di consolidamento vero e proprio, lo spritzbeton è generalmente più efficace.

Principali ambiti di impiego nelle opere interrate
Lo spritzbeton trova largo impiego in opere sotterranee e di consolidamento, grazie alla sua versatilità. In particolare:
- Gallerie e tunnel – Lo spritzbeton viene usato per il rivestimento definitivo o provvisorio di gallerie stradali, ferroviarie e metropolitane (anche in presenza di acqua di falda). Nei nuovi scavi NATM (Nuovo Metodo Austriaco) è spesso il sistema di sostegno primario: blocca la caduta di materiale e funge da prima impermeabilizzazione. In gallerie degradate, lo spritz consente di ricostruire la volta e i paramenti fino allo spessore necessario con interventi rapidi, ottenendo un rivestimento monolitico e impermeabile.
- Cantine interrate e vasche – Nei locali seminterrati (cantine, parcheggi sottostrada) o in bacini di raccolta acque, lo spritzbeton può sostituire o integrare il normale sistema impermeabilizzante. Forma un rivestimento resistente e impermeabile che protegge la struttura da infiltrazioni. Grazie agli additivi idrorepellenti, mantiene durabilità anche sotto il livello dell’acqua.
- Parcheggi sotterranei – In parcheggi interrati e scavi di fondazione estesi, lo spritzbeton si utilizza per le pareti dei piani interrati e i soffitti in calcestruzzo armato proiettato. La posa rapida è utile per minimizzare i disagi, e il materiale garantisce resistenza alle sollecitazioni indotte dal terreno circostante.
- Consolidamento di scarpate e pendii – Applicato su versanti naturali o artificiali, lo spritzbeton consolida terreni instabili e blocca il dilavamento delle acque. In abbinamento a reti, chiodature o tiranti di ancoraggio, stabilizza massi e detriti sulle pendici. È particolarmente usato su pareti di scavo molto inclinate (oltre 40°) dove l’intonaco tradizionale non aderirebbe.
- Opere di contenimento interrate – Nella costruzione o nel ripristino di pali infissi, diaframmi, micropali e palancole, il calcestruzzo spruzzato è impiegato come rivestimento di ancoraggio o come rinforzo esterno. Per esempio, dopo la posa di tiranti radiali in una parete chiodata, si ricopre l’armatura con uno strato di spritzbeton per distribuire le tensioni e impermeabilizzare la parete.
- Opere idrauliche e canali – Lo spritzbeton è utilizzato anche in struttura idrauliche (condotte forzate, canali, bacini) per ripristini o rivestimenti interni. Nel rifacimento di vasche e canali a cielo aperto, la velocità di posa di grandi volumi di spritzbeton rende l’intervento conveniente rispetto a getti tradizionali. La matrice impermeabilizzata protegge le strutture dal dilavamento.

Accorgimenti tecnici e riferimenti normativi
Per ottenere risultati affidabili con lo spritzbeton è fondamentale seguire buone pratiche di applicazione. Ad esempio, la preparazione del substrato richiede un lavaggio ad alta pressione per rimuovere polvere e parti incoerenti, seguito dalla saturazione del supporto fino a superficie asciutta (metodo SSD) prima dello spruzzo. In cantiere si tendono a realizzare il getto in strati successivi di spessore moderato (es. 5‑10 cm) con maturazione umida tra uno e l’altro, per garantire la continuità della struttura e ridurre le fessurazioni. I mix-design devono prevedere cemento Portland di classe adeguata, aggregati selezionati (assenza di minerali reattivi, dimensioni ridotte) e fibra di rinforzo se richiesta. In particolare, si consigliano acceleranti alkali-free (a base di solfati) perché riducono il rimbalzo e aumentano la resistenza nel tempo rispetto ai tradizionali silicati.
Dal punto di vista normativo, lo spritzbeton è disciplinato dalle stesse regole dei calcestruzzi ordinari. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) impongono di usare materiali marcati CE (cemento secondo UNI EN 197-1, aggregati secondo UNI EN 12620/8520), controllare la produzione in stabilimento (FPC) e dichiarare le classi di esposizione ambientale (ad es. XC4 e XA2 per ambienti umidi). La UNI EN 206-1 definisce il calcestruzzo a prestazione garantita, e specifica che il calcestruzzo proiettato rientra tra i calcestruzzi speciali. Dal punto di vista progettuale, la UNI EN 14487-1:2023 (norma italiana recepita per lo spritzbeton) fornisce i requisiti specifici per questo tipo di getto; analogamente, la UNI EN 14488-2:2006 definisce le prove in sito sulla resistenza del calcestruzzo proiettato giovane. In pratica, vale quanto riportato in questi riferimenti: per esempio la misurazione della resistenza a compressione si effettua su provini ottenuti con procedure conformi alla posa spruzzata (previa carbonatazione stabilizzata).
In sintesi, progettisti e imprese devono trattare lo spritzbeton come un calcestruzzo tradizionale dal punto di vista delle norme (classe minima C30/37 o superiore a seconda dei casi, rapporto a/c ≤0,50, provini e collaudi per Rck), integrando però le prescrizioni tecniche di posa: supporto pulito e saturo, utilizzo corretto di additivi, operatori qualificati e stagionatura controllata. In questo modo si massimizzano i benefici dello spritzbeton, garantendo rivestimenti rapidi, aderenti e duraturi, come richiesto dalle moderne opere interrate.

MLN
impermeabilizzate
%
%
ecologica














